Quante volte avete sognato di essere a Parigi? Magari camminando fra le vie del Marais o sulle quais della Senna? O perché no, fra le ninfee di Monet all’Orangerie?
Togliete il pigiama (se ancora non lo avete fatto)! Oggi è il momento di partire. Destinazione Parigi.
Non servono valige né biglietti, ma solo un accesso a internet, una posizione comoda e un buon bicchiere di vino, che rende subito tutto un po’ più chic.
Musée de l’Orangerie
Questo museo è noto per essere la “Cappella Sistina dell’impressionismo”, lo scrigno che racchiude le Ninfee di Claude Monet.
Il pittore voleva che questo spazio fosse un luogo che portasse i parigini, appena usciti dalla Prima guerra mondiale, alla contemplazione. Infatti, all’inizio del progetto Monet scrisse:
I nervi sovraffaticati dal lavoro si sarebbero lì distesi, secondo l’esempio riposante di quelle acque tranquille, e, a chi l’avesse abitata, questa stanza avrebbe offerto il rifugio di una pacata meditazione in mezzo a un acquario di fiori.
Monet, 1909
Le ninfee di Monet
I fiori dipinti per l’Orangerie ricordano le ninfee della residenza di Giverny. Anche in questo caso è possibile visitare il giardino, che si ispira alla cultura giapponese, con il virtual tour messo a disposizione dalla fondazione Monet.
Monet dipinse il giardino raffigurandolo secondo le sfumature delle stagioni e inizialmente ritraendo anche alcuni elementi architettonici, come La passerella giapponese (1899). L’artista cominciò la serie delle Ninfee nel 1897. Due anni dopo però, nel 1899, le ninfee divennero le protagoniste, mentre tutto il resto scomparve.
Per questo motivo l’Orangerie viene considerata il culmine della serie, in cui orizzonte, acqua, aria, terra e cielo si mescolano in una composizione senza prospettiva. Andando a creare
L’illusione di un tutto senza fine, di un onda senza orizzonte né riva.
Monet
Simbolo di pace
Le grandi tele furono dipinte da Monet durante la guerra, e dal 1916 in uno studio appositamente costruito per avere una luce zenithale.
All’indomani dell’armistizio, il 12 novembre 1918, Monet scrisse a Georges Clemenceau, suo amico dal 1860, confidandogli di voler donare gli ultimi due pannelli alla Francia.
Nel 1920 il dono fu ufficializzato, e grazie alla mediazione di Clemenceau tutte le tele furono donati alla Nazione, a patto che fossero installate secondo le indicazioni dell’artista e collocate in uno specifico edificio.
Nonostante la sigla dell’accordo, il pittore continuò a perfezionare le sue opere fino alla morte. Per questo motivo le Ninfee furono esposte nel 1927, a pochi mesi dalla morte di Monet nel 1926.
Fuori da spazio e tempo
Le Ninfee, con i loro 200 m2 di superficie, rappresentano una delle più vaste realizzazioni monumentali del XX secolo.
Con la disposizione dei pannelli Monet ha voluto richiamare l’orientazione dell’edificio, in cui il tempo si materializza attraverso le diverse sfumature del giorno: dal sorgere del sole a est, fino al tramonto ad ovest.
Le sale in cui sono esposte le Ninfee sono illuminate da luce esclusivamente naturale, e la loro forma ellittica forma il simbolo dell’infinito.
Link per un tour virtuale fra le ninfee
Musée de l’Orangerie: visita virtuale alle Ninfee
Altri approfondimenti su Google Arts&Culture, Musée de l’Orangerie
Buon viaggio!
Informazioni utili per visitare il museo delle ninfee di Monet a Parigi:
Orari:
- lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica: 9:00-18:00
- venerdì: 9:00-21:00
- martedì: giorno di chiusura
Souvenir ninfee di Monet
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Altri musei di Parigi da visitare da casa
Musée d’Orsay
Google Arts&Culture offre la possibilità di esplorare la trasformazione del Museo d’Orsay, con il percorso Dalla stazione al museo d’Orsay rinnovato.
Musée du Louvre
Il Louvre mette a disposizione il tour virtuale in lingua francese e inglese, dei seguenti spazi:
- Ritratti di artisti, esposizione nella Petit Galerie
- Antichità egizie, parte est dell’ala di Sully
- Louvre Medievale, angolo sud ovest dell’ala di Sully
- Galleria di Apollo, sopra la Petit Galerie