Montmartre è una collina. Montmartre è musica e poesia. Montmartre è arte, in ogni sua forma e colore.
Ho imparato le cose volta per volta, in una continua scoperta tutta in salita. Dopo il Marais e i tesori che lo rendono speciale, e il virtual tour fra le ninfee di Monet, ecco una nuova guida per scoprire e passeggiare fra le vie di Parigi, restando comodamente seduti in poltrona.
Se sei abbastanza fortunato da aver vissuto a Parigi da giovane, allora per il resto della tua vita ovunque andrai, questo ti accompagnerà, perché Parigi è una festa.
Ernst Hemingway
Moulin-Rouge
All’uscita della stazione métro Blanche, ecco davanti a voi il Moulin-Rouge. In questo cabaret è nato il can-can, e ancora oggi il suo nome e il suo stile continuano ad ispirare tutto il mondo.
Il 5 ottobre 1889, Oltre e Zidler inaugurarono il locale, con la messa in scena del ballo della Reine Blanche. Cha-U-Kao, Jane Avril e soprattutto la “quadriglia realistica” diretta da La Goulue assicurano alla struttura un notevole successo, immortalato dai dipinti e dai poster di Toulouse-Lautrec.
Le mur des je t’aime: Montmartre e gli innamorati
Fédéric Baron e Claire Kito realizzarono Il muro dei Ti amo nel 2000. Composta da piastrelle di lava smaltate in blu, l’opera è decorata con ben 311 Ti amo in 250 lingue e dialetti del mondo. Inoltre, sono rappresentati anche dei frammenti rossi, che se uniti formano un cuore.
Se un muro solitamente rappresenta un simbolo di divisione o separazione, questa volta gli artisti hanno deciso di renderlo un simbolo di unione e amore.
Passage des Abbesses: le vie di Montmartre
Sapevate che un tempo a Montmartre correva un vero e proprio labirinto di gallerie? Infatti, da questa collina proveniva la pietra bianca di Montmartre: il gesso, estratto sin dall’antichità ma commercializzato dal XII secolo dall’abbazia di Montmartre.
Passage des Abbesses Street art
Café des 2 Moulins: La Montmartre di Amélie
Se ci incamminiamo sui passi di Amélie Poulain, arriviamo a questo café, in cui nel 2001 Jean-Pierre Jeaunet ha ambientato il film Il favoloso mondo di Amélie, interpretata da Audrey Tautou. Il film è disponibile su PrimeVideo.
Place Émilie Goudeau: Montmartre e le fontane simbolo di Parigi
Nel 1860, Montmartre entrò a far parte della città di Parigi. I prezzi degli affitti sulla collina erano ancora bassi, e per questo numerosi artisti si trasferirono qui. Il quartiere con luoghi di svago portava felicità, ma anche moti anarchici.
Nei cabaret nacquero numerosi circoli, fra cui quello degli Hydropathes, fondato da Émilie Goudeau nel 1878. La regola d’oro del club? Non consumare acqua: se avessero infatti bevuto solo vino, la maggior parte dei loro problemi sarebbe scomparsa.
In tutti casi, il comune aveva una visione più sobria. Decise quindi di intitolare la piazza a Émilie Goudeau a condizione che in mezzo alla piazza fosse installata una fontana di acqua potabile, poi divenuta simbolo di Parigi.
Place Émilie Goudeau Fontana acqua potabile Place Émilie Goudeau
Moulin de la Galette
Nel 1814, durante l’assedio di Parigi da parte dei cosacchi, secondo la leggenda l’ultimo di quattro fratelli di una dinastia di mugnai, proprietari del mulino dal 1621, fu catturato e inchiodato alle ali del mulino dopo aver tentato di difenderlo disperatamente.
Durante la Restaurazione, suo figlio trasformò l’edificio in una sala da ballo, decorata principalmente con tralicci da giardino dipinti di verde: l’atmosfera rilassata attirò una clientela popolare, come testimoniato da Renoir nel dipinto Le bal du Moulin de la Galette, 1876.
Le mulin de la Galette Renoir, Le bal du Moulin de la Galette
Rue de l’Abreuvoir
Questa via è forse la più pittoresca della collina. Il sentiero esisteva già nel 1325, quando era chiamata “ruelle qui va au But”, ovvero la fontana But, situata in quella che oggi è chiamata place Constantin-Pecqueur.
Sappiamo invece che a metà Ottocento era conosciuta come “chemin de l’Abreuvoir”, poiché conduceva all’antico abbeveratoio di Montmartre situato sull’angolo di rue Girardon 2.
La Maison Rose
L’edificio che oggi ospita La Maison Rose fu probabilmente costruito attorno al 1850. Verso il 1890 Montmartre era ancora un luogo devoto all’agricoltura, e anche questo fu uno dei motivi per cui numerosi artisti e liberi pensatori si spostarono qui per vivere la loro vita Bohème, lontani dalla mondanità della vita borghese.
Se nel 1800 si contano 600 abitanti. Con l’annessione a Parigi nel 1980, gli abitanti arrivarono a 100 000. L’effervescenza della Butte Montmartre continuò ad attirare artisti da tutto il mondo anche nei primi anni del Novecento. Fu proprio in questo momento che Ramon Pichot, pittore catalano che nel 1903 acquistò il piccolo edificio rosa, per farlo diventare la sua dimora e atelier. Soggiornando spesso a Cadaqués, Pichot diventò amico di Picasso e Dalì.
Germaine, già musa di Montmartre dipinta da Picasso e Dalì, venne ritratta da Pichot nel 1903 e nel 1908 divenne sua moglie. Poco dopo, al piano terra Germaine aprì il ristorante conosciuto ancora oggi come La Maison Rose.
La vigna
La prima testimonianza di vigneti sulla collina di Montmartre risale al 944. Ma altre viti saranno piantate solo nel XII secolo dalle religiose dell’abbazia di Montmartre, fondata da Adelaide di Savoia. Questo terreno però, in seguito fu venduto per problemi economici.
Se nel XVII secolo il vino era destinato ad un consumo locale, nel XVIII secolo i vigneti si estendevano già su tre quarti della collina. La produzione di vino infatti, non era tassata dallo stato poiché fuori Parigi: fu proprio questo il fattore che portò all’apertura di numerose taverne e cabaret.
Sia bianco che rosso, il vino Montmartre ha assunto diversi nomi: le clos Berthaud, La Goutte d’or, Le Sacalie, La Sauvageonne, o più tardi, Le Picolo. Ogni anno la vendemmia di inizio ottobre è un grande momento di festa, durante la quale le bottiglie prodotte vengono messe all’asta. Durante la Fête des vendanges de Montmartre, si alternano le sfilate in costume si alternano a concerti e balli. Non mancano nemmeno gli stand enogastronomici in cui potrete trovare street food e prodotti tipici, oltre al vino ovviamente.
Au Lapin Agile
In questo luogo, a gestione familiare, si ritrova la Parigi di altri tempi. Au Lapin Agile è infatti l’ultimo cabaret dell’Ottocento presente sulla collina di Montmartre. La storia del locale è stata forgiata dalle storie di chi l’ha frequentato, fra cui Max Jacobs, Pablo Picasso e tanti altri.
L’edificio che oggi ospita il cabaret fu costruito nella parte alta di Montmartre nel 1795. Dal 1860 divenne un ostello battezzato con il nome Au Randez-vous des voleurs. Nove anni dopo però, seguì un nuovo cambiamento: sulle pareti erano appese alcune stampe che ritraevano celebri assassini, da qui il nuovo nome, Cabaret des Assassins.
Nel 1905, un giovane Pablo Picasso dipinse la tela Au Lapin Agile per Frédéric Gérard, proprietario del cabaret dal 1903, probabilmente in cambio di pasti caldi. In quest’opera, per la prima volta, Picasso raffigurò se stesso nei panni di Arlecchino. La donna affianco a lui è invece Germaine, futura proprietaria della Maison Rose, già ritratta da Pichot nel 1903. L’opera rimase appesa nel locale fino al 1912, quando poi fu venduta.
La storia del cabaret si intreccia anche con la vita di un altro artista: Toulouse-Lautrec. Nel 1913, il pittore acquisto il locale e lo salvò dall’essere distrutto, per far spazio ai grandi palazzi costruiti in quell’epoca a Montmartre.
Place du Tertre: il cuore di Montmartre
Place du Tetre una volta era il centro dell’antico villaggio di Montmartre, a qualche passo dalla chiesa di San Pietro e dalla basilica del Sacro Cuore. Ciò è testimoniato anche dal fatto che qui si installò il primo municipio di Montmartre, nel 1790.
Fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, quando Montmartre divenne centro dell’arte moderna, numerosi pittori come Toulouse-Lautrec, Picasso, Modigliani e Utrillo vissero qui. Ancora oggi come un secolo fa, questa è la piazza degli artisti, in cui pittori e caricaturisti si ritrovano per esporre e vendere le loro opere.
À la Mère Catherine
Sulla piccola piazza alberata si affaccia anche l’antica trattoria À la Mère Catherine, fondata nel 1793.
Questo luogo fu protagonista della Battaglia di Parigi (30 marzo 1814), che decretò la fine delle operazioni militari della Campagna di Francia e la caduta di Napoleone I. Secondo la tradizione qui nacque la parola bistro, quando, durante il conflitto del 1814, alcuni cosacchi sfuggirono ai loro superiori e si recarono in questa trattoria per bere qualcosa, urlando: “Bistro! Bistro!”, che significa “Presto! Presto!”.
À la Mère Catherine Dipinti bellissimi e dove trovarli
Louis Renault sale a Montmartre: nasce l’industria automobilistica francese
Una piccola targa su uno degli angoli della piazza ci ricorda che in questo luogo prese il via anche l’industria automobilistica francese.
Infatti, la vigilia di Natale del 1898 una macchina a benzina raggiunse per la prima volta place du Tetre. A guidarla era il suo costruttore, Louis Renault.
Louis Renault guidò la prima Renault A-type dal giardino di casa a Boulogne-Billancourt, passando per la ripida Rue Lepic, fino ad arrivare a place du Tertre. L’impresa gli fece guadagnare i suoi primi 12 ordini, che lo portarono a deporre il brevetto e a fondare la società Renault-Frères.
Basilique du Sacré Cœre
Montmartre, il monte dei martiri
Già nell’antichità Montmartre era un luogo di culto: pensiamo ai druidi gallici, ai romani con i templi dedicati a Marte e Mercurio e alla chiesa di San Pietro, la più antica di Parigi.
Attraverso sainte Geneviève, patrona di Parigi, conosciamo la storia del primo vescovo e martire di Parigi: saint Denis. Fu proprio lei a far costruire una cappella a Montmartre, sul luogo del martirio. Cappella che però cadde in rovina durante il IX secolo. In seguito fu ricostruita, poiché molti fedeli veneravano le resta dei martiri anonimi uccisi durante le persecuzioni. I fedeli si recavano proprio qui, sul “mont des Martyrs”, che oggi chiamiamo Montmartre.
Anche la Basilica del Sacro Cuore sorge sulla cima di Montmartre, di cui oggi è divenuta il simbolo per eccellenza.
La basilica simbolo di Montmartre
Contesto storico
Luglio 1870, la Francia dichiarò guerra alla Prussia, ma a settembre stava già per essere sconfitta. Napoleone III fu catturato a Sedan e l’impero e la folla si sollevarono in un movimento popolare: il 4 settembre 1870 venne così dichiarata la Terza Repubblica. La guerra però non era ancora finita, e Parigi era ancora sotto assedio. L’invero fu freddo e molti cittadini morirono di stenti, mentre altri invece si sfamarono mangiando gli animali esotici del Jardin des Plantes.
Il 26 gennaio 1871 la Francia firmò l’armistizio con la Prussia, ma i parigini che si erano coraggiosamente battuti durante l’assedio non si consideravano vinti. Per questo motivo si rifiutarono di restituire i loro cannoni, posizionati sulla collina di Montmartre. Cominciò così la Comune di Parigi, che fu repressa dopo 72 giorni in un bagno di sangue. La Comune fece fucilare l’arcivescovo di Parigi e altri membri del clero, mentre l’esercito massacrò 20 000 – 30 000 comuni.
Nel settembre del 1870, Félix Fournier, vescovo di Nantes, pronunciò un celebre discorso in cui interpretò la disgrazia della Francia come punizione divina per la decadenza morale cominciata un secolo prima con la rivoluzione francese.
Il voto al Sacro Cuore
Due ricchi parigini, Alexandre Félix Legentil e Hubert Rohault de Fleury, decisero così di fare voto per la costruzione di una chiesa dedicata al Cuore di Cristo. A fine 1870, si diffuse il voto al Sacro Cuore, conosciuto anche come Voto di Poitiers.
La basilica doveva sorgere sulla cima di Montmartre, luogo fortemente simbolico: qui infatti era stato decapitato Saint Denis, e qui era nata la Comune di Parigi. Tuttavia, prima che l’arcivescovo potesse entrare in possesso dei terreni, la basilica dovette essere dichiarata di pubblica utilità dall’Assemblea Nazionale, nonostante l’insurrezione della sinistra laica. I terreni furono così espropriati per legge, mentre la costruzione della chiesa fu sovvenzionata dai fedeli.
Passaggi importanti
- 1875: posa della prima pietra
- 1878: cominciano i lavori della cripta.
- 1881: si costruisce la basilica vera e propria.
- 1914: a ottobre tutto è pronto per la consacrazione. Inizia però la prima guerra mondiale e “La Savoia”, la campana da 19 tonnellate più grande di Francia, viene fatta esplodere.
- 16 ottobre 1919: consacrazione della basilica.
- 273 gli scalini per salire alla basilica.
Lo stile
La basilica, progettata dall’architetto Paul Abadie, è in stile romanico bizantino, in contrasto con le numerose chiese gotiche presenti a Parigi. Il modello a cui si ispira è Santa Sofia a Istanbul e San Marco a Venezia.
La pietra calcarea che riveste gli esterni viene chiamata “Château-Landon”, e proviene dalla cava di Souppes nel dipartimento Senna e Marna. La particolarità di questo materiale è quella di essere molto dura, con grani fini ma soprattutto di sbiancarsi a contatto con l’acqua piovana.
Alcuni numeri
- 33 sono i metri di profondità a cui sono stati posti i pilastri che sorreggono l’edificio. Senza di essi la basilica affonderebbe nel terreno argilloso.
- La basilica è lunga 85 m, larga 35 m per 83 m d’altezza.
- La cupola principale raggiunge invece i 55 m di altezza per un diametro di 16 m, ed è affiancata da 4 cupole minori.
- Il campanile ospita la campana più grande di Francia.